Il mondo ha bisogno di cultura e di nuovi stimoli creativi, ma soprattutto di un modo per vivere di cultura senza piegarsi alle regole del mercato. Le parole chiave per il Caffè Culturale sono:
Diffondere la cultura
Educare divertendo
Intrattenere educando
Liberare la creatività
Dare visibilità alle arti
La filosofia del Caffè Culturale è di stimolare una ricerca culturale piacevole, sociale, dove generazioni diverse trovano spazi per raccontarsi ed ascoltarsi. Non vogliamo una cultura per addetti ai lavori, per specialisti, ma una cultura accessibile, senza per questo diventare di massa. Il Caffè Culturale nasce da una idea di Federico Nizzola e Marco Cassiano che hanno voluto creare un luogo aperto a tutti, svolgendo la funzione di un editore capace di dare voce a chi non ce l’ha.
I progetti e lo spirito sono piaciuti a WIKIMEDIA Svizzera, grazie alla quale è stata possibile il progetto aperto per eccellenza: WIKIPEDIA. I soci fondatori sono: Federico Nizzola, Marco Cassiano, Massimo Frezza, WIKIMEDIA Svizzera e Libri al Centro SA.
Il Caffè Culturale si muoverà su diversi fronti: attività per bambini e ragazzi, compresi eventi legati al mondo dei LEGO®, concorsi e progetti per gli studenti universitari, spazio espositivo per artisti emergenti, casa editrice per autori inediti, corsi di fotografia e creatività, casa di produzione video ed altre attività di formazione nel campo delle arti. Ci sarà spazio, nel tempo, per creare momenti di degustazione gastronomica uniti a letture di poesie o racconti, piccole rappresentazioni teatrali e dibattiti sui temi caldi che riguardano la società.
Grazie alla collaborazione con Libri al Centro, i soci del Caffè Culturale avranno riduzioni sull’acquisto dei libri ed i giovani autori editi dal Caffè Culturale potranno distribuire i libri in uno spazio dedicato nelle librerie di Lugano e Grancia.
Presto saranno attivati dei corsi organizzati da WIKIMEDIA in cui verrà insegnato agli utenti come scrivere e contribuire a WIKIPEDIA. Il Caffè Culturale sta già lavorando ad un progetto multimediale che potrebbe creare la prima piattaforma libera da diritti e di pubblico dominio da cui attingere contenuti video e foto che testimonino la storia e la geografia del Ticino, delle persone e delle attività che la caratterizzano. Un luogo della memoria, costruito dai giovani del futuro.
Inoltre il Caffè Culturale, travati gli sponsor, aprirà uno spazio con salette di registrazione musicale a Bedano dove gli artisti ed i musicisti potranno suonare in libertà.
Il Caffè Culturale vuole dare spazio espressivo a chi spazio non ha, senza discriminazione economica, rendendo accessibile e piacevole la cultura e sviluppando la creatività delle nuove generazioni.
Si è svolta Giovedì 14 Marzo la performance Violino e Poesia
Video integrale dell’evento
La Poesia sta alla letteratura come il Violino sta alla musica. E’ il canto dell’Essere Umano, è la voce che l’anima assume per esprimersi. Sono questi i temi che dal mese di marzo verrano sviluppati con cadenza regolare al Caffè Culturale di Lugano. Occasioni per far dialogare la musica con la poesia, la letteratura con gli strumenti musicali e le sonorità più originali. Nella serata del 14 marzo è stata la volta di Maristella Patuzzi, celebre violinista ticinese, ad accompagnare la lettura di poesie scelte da Marco Cassiano tra diversi autori moderni, sia famosi (Ungaretti, Montale, Sinisgalli, Rodari, Penna) che meno conosciuti o addirittura inediti. Alcune poesie hanno riscosso un elevato gradimento da parte del pubblico che ha trovato la serata e la scelta molto piacevole. Le parole e le note musicali si sono fuse in uno spettacolo originale che ha toccato l’anima dei partecipanti.
Il pubblico è intervenuto direttamente, ascoltando l’esegesi di alcune poesie e commentando quelle più significative. La poesia preferita, che ha riscosso un applauso a scena aperta, è stata “Alle 5 della sera” che qui riportiamo:
Alle 5 della sera,
d’inverno fa buio presto
e accendo la luce.
Ma mi accorgo
che non ho la luce,
perché sono povero.
Alle 5 della sera,
d’inverno fa molto freddo
e accendo la stufa.
Ma mi accorgo
che non ho la stufa,
perché sono povero.
Alle 5 della sera,
d’inverno sferza il vento
e chiudo la finestra.
Ma mi accorgo
che non ho finestre,
perché sono povero.
E allora,
mi metto sotto le coperte.
Ma mi accorgo
che non ho coperte
e nemmeno il letto,
perché sono povero.
Alle 5 della sera,
d’inverno mi guardo allo specchio.
Ma mi accorgo
che non esisto,
perché sono povero.
Inoltre, a sorpresa, Maristella Patuzzi ha eseguito dei brani per illustrare dal vivo le emozioni connesse alla poesia “Il Violino” che qui riportiamo:
Lunedì 8 aprile, presso la Libri al Centro, si è svolto l’incontro tra i candidati sindaco e la tavola rotonda tecnico-strategica con il tema:
Lugano: città del futuro. Sfida accettata!
Marco Cassiano, moderatore degli incontri e presidente dell’Associazione Caffè Culturale, ha curato due momenti separati, il primo, più politico, con i candidati sindaco per la città di Lugano: il Consigliere on. Marco Borradori e l’attuale on. Sindaco Giorgio Giudici, insieme a Fausto “Gerri” Beretta-Piccoli, esponente del movimento dei Verdi del Ticino.
Il secondo incontro, più tecnico-strategico, insieme al prof. Riccardo Blumer – Accademia di Architettura USI, noto designer, Davide Gai della Gai&partner – Healthcapital SA, specializzato nell’area Farmaceutica e Bio-Tech e l’ing. Andrea Graf in rappresentanza del Direttore del Dipartimento Tecnologie InnovativeDTI della SUPSI, Giambattista Ravano.
All’on. Borradori è stato chiesto quale sia il ruolo che ha e potrebbe avere la città di Lugano quale ponte tra Milano e Zurigo. E’ emersa l’assoluta necessità per Lugano di continuare ad avere un ruolo chiave nel collegamento economico e culturale tra Italia e Svizzera interna, ma non solo come passaggio “fisico”, bensì come cassa di risonanza dell’area italofona, ma anche come importatore di esperienze e mercati d’Oltralpe.
Al on. Sindaco Giudici, Marco Cassiano ha domandato quale ruolo abbia ed avrà la città di Lugano rispetto al Ticino. Qui non sono mancate le stoccate al Governo sia per gli aspetti connessi alla perequazione, ai moltiplicatori e, non ultimo, alla mancanza di una strategia di sviluppo territoriale organica. L’esortazione verso le città sopracenerine, in particolare Locarno, ad una maggiore collaborazione con il Distretto di Lugano non è mancata nelle parole del Sindaco.
Dopo la necessaria replica dell’on. Borradori in qualità di Direttore uscente del Dipartimento del Territorio, è stata data la parola al Gran Consigliere Fausto Beretta-Piccoli affinché spiegasse quanto sia “verde” Lugano e quali passi debbano essere fatti per un miglior rapporto tra cittadino e città. Ne è emerso un quadro non drammatico, ma sicuramente migliorabile e la proposta di piantare alberi nelle piazze. Sia il Sindaco Giudici che il suo competitor, on. Borradori, hanno convenuto che l’esigenza di individuare ulteriori spazi verdi ci sia, senza però rinunciare a spazi di aggregazione comune, ampi ed accessibili, come, ad esempio, piazza Riforma. In particolare si è discusso che Piazza Molino Nuovo potrebbe essere il primo spazio da rendere più verde.
Ma che Lugano vogliamo davvero? La Montecarlo della Svizzera, luogo di residenza occasionale di facoltosi stranieri, oppure città da vivere e vissuta davvero?
Entrambi i candidati hanno espresso preoccupazione per un ulteriore sviluppo della città nella direzione di una City dedicata solo alle residenze di lusso ed al business finanziario. Il Sindaco Giudici ha posto l’attenzione sulla necessità di realizzare nel Piano della Stampa un insediamento dedicato all’Information Technology o comunque inteso come area ideale di sviluppo della parte “produttiva” della città del futuro, fermo restando il bisogno di far quadrare i conti finanziari della città. L’on. Borradori, che pure condivide la visione del Sindaco attuale sulla necessità di una corretta pianificazione dello sviluppo della città, ha posto l’accento sulle azioni che bisogna compiere per rendere la città più accessibile per le famiglie del ceto medio, senza per questo rinunciare ai residenti “di lusso”.
Entrambi i candidati, spinti anche dalle richieste di Fausto Beretta-Piccoli focalizzate sul tema dell’assistenza domiciliare come strumento per ripopolare la città e frenare la fuga dei residenti verso le case anziani, hanno accettato la sfida e si sono impegnati a rendere ancora più forti ed efficaci gli strumenti per permettere a tutti di vivere a Lugano o di ritornarvi quanto prima. Non è stato possibile però individuare con quale modalità questo sia concretamente fattibile e quali aspetti siano effettivamente nelle mani degli amministratori locali, piuttosto che in quelle del Cantone. Su questo tema, il dibattito tra l’on. Giudici e l’on. Borradori, per il ruolo svolto come Consigliere di Stato, si è fatto più acceso e sono emersi i diversi punti di vista sul tema.
Infine, prima dei saluti, Marco Cassiano ha lanciato l’idea di un progetto, che è stato discusso nella successiva tavola rotonda, che veda la creazione di un polo virtuale (distribuito territorialmente tra diverse localizzazioni) per l’attrazione di intelligenze creative ed innovative, da sviluppare nei settori compatibili con il nostro territorio (caratterizzato da scarsità di spazi ed esiguità di manodopera locale a basso costo); un polo che si permetta di attirare investimenti stranieri e confederali per finanziare l’insediamento di nuove realtà, non solo startup, ma anche eccellenze straniere che vogliano insediarsi in questo Cantone per vivere e lavorare, ma rivolgendosi al mercato globale.
POLO VIRTUALE TECNOLOGICO-BIOTECH-DESIGN? Non solo! Bisogna dare vita ad un laboratorio per lo sviluppo dell’INTELLIGENZA DELLA PROGETTAZIONE.
Dalle 15.15 si è sviluppata una tavola rotonda in cui Davide Gai ha parlato del ruolo fondamentale e di coordinamento della Fondazione AGIRE nella selezione di progetti imprenditoriali innovativi e nel loro co-finanziamento. Fondazione Agire, è una piattaforma cantonale (www.agire.ch), nella quale i membri sono USI, SUPSI, AITI, CC-ti e il Cantone Ticino. Davide Gai, dopo aver raccontato le eccellenze del settore farmaceutico in Ticino, sollevando quale sia la reale problematica del nostro territorio, una questione morfologica abbinata a vincoli di piano regolatore, argomento sollevato e confermato anche un celebre architetto luganese, presente tra il pubblico. L’insediamento di strutture le quali necessitano di ampie superfici è assai difficile, per il territorio ticinese, di conseguenza è più fattibile l’insediamento di aziende dove dislocano il “brain”, che richiede poca superficie-lavoro, nel nostro territorio, mentre la produzione è dislocata in altre parti del globo. Un ulteriore problema resta quello lanciato nell’incontro con i candidati sindaco: attirare fondi di investimento che credano nel venture capital e non solo negli investimenti finanziari classici a basso rischio e basso rendimento. necessario per il Ticino è l’effettivo coinvolgimento degli istituti bancari ticinesi. Davide Gai ha esposto il modello americano, ossia gli investimenti per promuovere le aziende del territorio, con lo scopo di farle emergere a livello internazionale, dove l’idea imprenditoriale della neo azienda è valido, i finanziatori ci credono ed investono, senza necessariamente aver quale unico scopo un ROI immediato. Fondamentale, è scaturita l’importanza del “credere” nelle risorse di forza lavoro del territorio ticinese, evidenziando che la qualità del lavoro impiegatizio indigeno è di alta qualità, grazie alla preparazione delle scuole Cantonali di Commercio, viene suggerito, dalla Tavola Rotonda, un approccio scolastico a livello di Scuole Medie, più umanistico, accentuando l’importanza di letteratura e filosofia, oltre che insegnare un buon italiano. L’ing. Andrea Graf (DTI) ha confermato che il Dipartimento delle Tecnologie Innovative è sicuramente al servizio di aziende ed imprenditori che abbiano bisogni tecnologici e di ricerca applicata, che sono appunto il core-business di SUPSI e del DTI in particolare. Il prof. Blumer, però, ha sollevato la problematica etico-strategica della tecnologia e dell’innovazione ed il bisogno di riflettere prima di tutto sul “design dell’innovazione”, prima ancora di parlare di disegno industriale. Dopo il consenso di tutti i partecipanti, Marco Cassiano ha lanciato quindi l’idea che il Caffè Culturale crei un laboratorio per lo sviluppo dell’intelligenza della progettazione, ovvero un gruppo di lavoro capace di attirare idee, cervelli, proposte, progetti ed investitori che si mettano “in rete” per poi rivolgersi ai soggetti istituzionali (ad es. la Fondazione AGIRE, il DTI ed altri soggetti pubblici e privati) per finanziare, realizzare e distribuire le proprie idee.
Alcuni dei partecipanti si sono dati appuntamento al prossimo mese dove ci si è impegnati ad organizzare un incontro con i soggetti del mondo finanziario. Lanciamo sin d’ora la sfida ed inviteremo: Associazione delle Banche Ticinesi, Banca Stato, BSI, UBS e Fondazione AGIRE. Appena avremo le conferme vi comunicheremo la data dell’evento e gli effettivi partecipanti.
Un doveroso ringraziamento va dato a Masaba Caffè, un progetto ticinese in Uganda, che ha permesso a 7000 piccoli contadini indipendenti ugandesi di diventare imprenditori autonomi contribuendo alla produzione di un (ottimo!) caffè distribuito in tutto il Ticino.
Marco Cassiano Presidente Associazione Caffè Culturale
(seguirà il video integrale del secondo dibattito)