Violino e Poesia

Scritto da Marco Cassiano. Inserito in Eventi precedenti

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 Si è svolta Giovedì 14 Marzo la performance Violino e Poesia

Video integrale dell’evento

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La Poesia sta alla letteratura come il Violino sta alla musica. E’ il canto dell’Essere Umano, è la voce che l’anima assume per esprimersi. Sono questi i temi che dal mese di marzo verrano sviluppati con cadenza regolare al Caffè Culturale di Lugano. Occasioni per far dialogare la musica con la poesia, la letteratura con gli strumenti musicali e le sonorità più originali. Nella serata del 14 marzo è stata la volta di Maristella Patuzzi, celebre violinista ticinese, ad accompagnare la lettura di poesie scelte da Marco Cassiano tra diversi autori moderni, sia famosi (Ungaretti, Montale, Sinisgalli, Rodari, Penna) che meno conosciuti o addirittura inediti. Alcune poesie hanno riscosso un elevato gradimento da parte del pubblico che ha trovato la serata e la scelta molto piacevole. Le parole e le note musicali si sono fuse in uno spettacolo originale che ha toccato l’anima dei partecipanti.

Il pubblico è intervenuto direttamente, ascoltando l’esegesi di alcune poesie e commentando quelle più significative. La poesia preferita, che ha riscosso un applauso a scena aperta, è stata “Alle 5 della sera” che qui riportiamo:

Alle 5 della sera,

d’inverno fa buio presto

e accendo la luce.

Ma mi accorgo

che non ho la luce,

perché sono povero.

Alle 5 della sera,

d’inverno fa molto freddo

e accendo la stufa.

Ma mi accorgo

che non ho la stufa,

perché sono povero.

Alle 5 della sera,

d’inverno sferza il vento

e chiudo la finestra.

Ma mi accorgo

che non ho finestre,

perché sono povero.

E allora,

mi metto sotto le coperte.

Ma mi accorgo

che non ho coperte

e nemmeno il letto,

perché sono povero.

Alle 5 della sera,

d’inverno mi guardo allo specchio.

Ma mi accorgo

che non esisto,

perché sono povero.

Inoltre, a sorpresa, Maristella Patuzzi ha eseguito dei brani per illustrare dal vivo le emozioni connesse alla poesia “Il Violino” che qui riportiamo:

Si legge tuttavia

la nota che non trovi

tra la gente,

quel lancio quel sorriso

quel guizzo quel capriccio

la nota del violino

impertinente

che stride o canta

la lingua del poeta

irriverente.

Ma come

domando a me stesso

un po’ insistente

com’esce da quale guscio

la poesia

è piccolo, minuto

non val niente!

eppur le corde tese

e temperate

son patria di emozioni

che s’aprono

a palate

guardandoti suonare

o mio violino

i versi miei diventano

poesia

e la tua musica

la sento pure mia.

musica e poesia